Visitiamo il Monastero della Santa Croce, costruito a Gerusalemme nel V-VI secolo d.C., ricostruito da un re georgiano nell’XI secolo. Collocato in un avvallamento boschivo, tra il Museo di Israele e il Parlamento (Knesset), è ora proprietà del Patriarcato greco ortodosso.

Ci appare come una fortezza e in effetti ha una struttura che intendeva mettere in salvo i residenti dai malintenzionati di ogni tipo. Dentro vi è la chiesa di rito orientale che fa memoria della particolarità del luogo: il punto dove sorgeva l’albero da cui fu tratto il legno della croce di Gesù. Gli altri ambienti interni alle mura sono i locali che un tempo ospitarono monaci e seminaristi.
Come è tipico in Terra Santa, la cappella interna, dietro la chiesa, custodisce con una certa enfasi il punto preciso dove sorgeva l’albero. Alle pareti una serie di quadri racconta le vicende relative a quel legno. Nato da germogli donati da Abramo a Lot, cresciuto come unico albero e poi differenziatosi in cedro, cipresso e pino. Le raffigurazioni partono dall’incontro di Abramo con i tre misteriosi personaggi alle querce di Mamre (Gen 18) e si estendono alla distruzione di Sodoma e successivo pentimento di Lot per aver generato una discendenza da rapporti incestuosi con le proprie figlie (Gen 19). L’albero è connesso al pentimento di Lot dopo l’incesto. Abramo gli consegnò tre germogli: se piantandoli fossero cresciuti, sarebbero stato segno del perdono ricevuto. I tre germogli si svilupparono in un tronco unico poi distintosi in cedro, pino e cipresso. Proprio da quel tronco multiplo fu poi tratto il legno utilizzato per la croce di Gesù.

La nostra presenza, in questo monastero, ci invita a considerare la salvezza, come frutto generato dall’albero della croce, frutto di un amore senza limiti.
Un’altra tradizione che scopriamo in questo luogo aggiunge una sottolineatura importante. L’origine dell’albero viene fatta risalire alle radici dell’umana esperienza, a tre semi posti nella tomba di Adamo, nel suo teschio, dal figlio Set.
Dove c’è Adamo ci siamo noi, c’è l’essere umano nella sua universalità. L’albero della croce è germe di risurrezione e di vita che attraversa la storia di ogni essere umano. Vita che si rigenera in un amore che perdona e che rinnova.
L’albero nasce nel profondo della vita umana e dà frutto nel dono di sé, nel servizio alla vita. Quando ci poniamo a servizio degli altri, prendendoci cura della loro esistenza, portiamo frutti buoni, che ci rendono persone migliori e migliorano il mondo intorno a noi.