È un passaggio cruciale e conclusivo della relazione svolta dal prof. Cavicchia (file PDF disponibile in questa sezione del sito) durante il seminario di studi “Salvifici Amoris” (Gerusalemme, 2024).
Nel prendersi cura degli altri, compiamo molti gesti, che possono essere segni di una vasta gamma di valori positivi, di vissuti che animano le nostre azioni.
“IL SEGNO”, il dono di sé qualificato da un amore autentico, si colloca in una dimensione profonda e risolutiva, attinge alle radici del nostro essere umani e, come sola espressione veramente universale, genera sempre una “salvezza”, concreta e potenzialmente infinita.
Nel prendersi cura degli altri, compiamo molti gesti, che possono essere segni di una vasta gamma di valori positivi, di vissuti che animano le nostre azioni.
“IL SEGNO”, il dono di sé qualificato da un amore autentico, si colloca in una dimensione profonda e risolutiva, attinge alle radici del nostro essere umani e, come sola espressione veramente universale, genera sempre una “salvezza”, concreta e potenzialmente infinita.
Quando riconosciamo il SEGNO, ci accostiamo alle radici della vita, dove sorge il potere dell’amore. Dimensionarsi tra le coordinate di tale potere, ha ricordato la dott.sa Qassis Jaraysah al medesimo seminario di studi (file PDF disponibile in questa sezione del sito), è una scelta consapevole ed efficace, che aiuta a vedere il meglio in ciò che facciamo e il meglio in coloro a cui prestiamo un qualche servizio.
Tutti, nelle relazioni generate dal “prendersi cura”, hanno bisogno di amore. Chi necessita di ricevere assistenza, affinché possa veramente risanarsi e chi presta soccorso, affinché possa offrire gesti profondamente umani, significativi e terapeutici, per gli altri e per se stesso.