È stato l’evento conclusivo, lo scorso fine di settembre, del centenario dello Studium Biblicum Franciscanum (SBF) e per l’occasione sono stati invitati a partecipare tutti gli ex studenti dell’università. Generosamente aperto a tutti, il diretto coinvolgimento di “addetti ai lavori”, ha comportato un livello piuttosto elevato, nei contenuti. Sempre accessibili ma comunque impegnativi per i meno introdotti alla comprensione delle lingue bibliche.

Sorge una prima considerazione, a conforto dei “profani” della materia. È sempre prezioso conoscere aspetti anche meno comuni delle materie bibliche. Giova anche solo il semplice rendersi conto che esistano studi corposi e attenti alla tradizione dei testi, alle loro differenti versioni e possibili interpretazioni; oppure ad altri aspetti meno consueti come “Gli Hexapla di Origene alla luce delle Omelie sui Salmi recentemente scoperte” (conferenza tenuta dal Prof. M. Girolami).

Per gli intenti di casamatermisericordiae.org il proposito tematico del convegno è risuonato come imperdibile. L’attenzione della comunità dei Silenziosi Operai della Croce qui a Gerusalemme è infatti rivolta a “leggere” bibbia e luoghi insieme. Lo specifico viene ricercato nel trarne comprensioni e riflessioni, utili a dare profondità ed estensione ad una spiritualità che sappia farsi carico dell’aspra sfida che la sofferenza pone all’essere umano.

 

 

Nei nostri appunti si sono pertanto fissate principalmente le considerazioni che in modo più incisivo hanno indagato le implicazioni del binomio parola/luoghi.

Tutta la terra promessa, vista ma non raggiunta da Mosé, che in realtà entra nella più autentica e definitiva “terra di Dio”, morendo “sulla bocca di Jahvé” (letteralmente in Dt 34,5). (Prof. M. Priotto. “Dt 31-34 Mosè verso la nuova Terra Promessa”).

Le pietre, nel significato generale del termine e nelle molteplici accezioni simboliche, evocative e liturgiche. Pietre scritte, ammassamenti rituali di pietre, strumenti e segni per l’alleanza, memoriali… una eloquenza cara all’archeologia. (Prof. B. Štrba. “Le pietre nel testo del libro di Giosuè”).

Una sorta di “geo-salvezza” nei libri delle Cronache. Il messaggio politico e religioso che comporta l’attraversamento di un confine da parte del re. L’attraversamento del confine da parte del popolo come evento rilevante nell’Alleanza: infedeltà-esilio, ritorno in patria-conversione. Il confine invalicabile nel rapporto con Dio: o conversione o condanna. (Prof. S. Vuaran. “Geografia della salvezza nel libro delle Cronache”).

Le differenze di luogo e di cerimoniale nelle narrazioni relative all’intronizzazione del re Salomone. Le spazialità rituali interne ed esterne al Tempio. Le due sorgenti alternative, per la purificazione degli aspiranti al trono (Gihon e Ein-rogel). (Prof. P. Dubovský. ‘Solomon’s enthronement in the light of ANE enthronement rituals”).

Il “tesoro” secondo Matteo: luogo, contenitore, contenuto. Tesoro ad indicare la convenienza vitale per la propria esistenza, saggezza di chi lo sa riconoscere e valorizzare. Tesori che rivelano come il miglior investimento sia quello che conduce a non possedere niente. (Prof. M. Munari. “Il tesoro nel Vangelo secondo Matteo”).

L’intreccio profondo e decisivo di spazi e tempi, la dimensione salvifica del “cronotopo” (unità inscindibile di tempo e spazio all’interno di una narrazione). La salvifica concentrazione di spazi e tempi nel Cristo glorificato e la curvatura del tempo che ce ne rende partecipi, ovunque e sempre. Le profondità di uno spazio percepito, concepito, vissuto. Le dimensioni di spazio e tempo nella valenza esistenziale del pellegrinaggio. (Prof. A. Cavicchia. “Gli spazi e i tempi del culto escatologico in Gv 7”).

I piani distinti di Ezechiele e Geremia, profeti, sacerdoti, sotto l’influsso di circoli geografici differenti (il Tempio e Gerusalemme per Ezechiele; il nord del paese per Geremia). Esilio come luogo di rottura dell’Alleanza e spazio per la rovina (Geremia), esilio come circostanza di esercizio del proprio ministero (Ezechiele).

Valle di Giosafat (Cedron) luogo di giudizio e decisione, condanna e salvezza (con qualche confusione fisica e simbolica, regolarmente tramandata. I più attenti vi sentirono anche le voci lamentose delle anime dei trapassati). I resti (probabili) della chiesa di San Leonzio e l’affresco crociato di Gesù in trono (contesto di giudizio) nella grotta degli apostoli, presso il Getsemani. Tradizioni ebraiche più recenti ed estensione di cimiteri sul Monte degli Ulivi (forse occupazione della terra, più che devozione al luogo del giudizio universale). (Prof. E. Alliata. “Memorie cristiane nella valle di Giosafat”).

Pietre da studiare e non da scagliare contro gli altri (fisicamente o anche solo metaforicamente) in un tempo particolarmente aspro della storia di Israele: quando si pretende invano che la vendetta edifichi il futuro, dove si muore senza nemmeno una storia da raccontare.

(l.r.)